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Campo sul Censimento del Cervo 2015

Il 27 - 28 - 29 Marzo si è svolto il secondo campo organizzato da A.Ri.F. per il censimento di struttura del cervo!

 

!!Eravamo qui!!

Resoconto

Nelle giornate del 27, 28 e 29 Marzo 2015, A.Ri.F. ha organizzato il secondo campo-studio sul Censimento di struttura del Cervo. Il programma ha previsto principalmente il conteggio degli individui di cervo, eseguito da punti fissi di osservazione (con l’ausilio di cannocchiali), finalizzato alla definizione della struttura di popolazione.

E’ stata curata la preparazione dei partecipanti, mediante alcuni momenti didattici, sia di carattere teorico (proiezioni finalizzate alla corretta determinazione delle diverse classi sociali), sia di carattere pratico (escursioni e osservazioni faunistiche, dimostrazioni di utilizzo dei cannocchiali, prove di compilazione schede)

Introduzione

I censimenti primaverili per la determinazione della struttura di popolazione, sono molto importanti poiché il valore percentuale relativo a ciascuna classe di sesso e di età, è un dato complementare e imprescindibile per effettuare la stima di consistenza della popolazione a seguito del censimento autunnale dei maschi in bramito, stima che deriva dall’applicazione della seguente formula:

(N° maschi adulti censiti / % maschi adulti nella struttura) X 100 = Consistenza totale stimata della popolazione. La determinazione della struttura di popolazione influenza quindi notevolmente la stima della consistenza totale.

Resoconto logistico

Hanno partecipato al campo 14 persone (provenienti in prevalenza dalla Romagna), fra le quali anche due Guardie Ecologiche Volontarie del comprensorio Cesenate. Non essendo stato possibile utilizzare una struttura in autogestione (come avvenuto nel 2014 con Pian di Rocchi), si è deciso di utilizzare come “base” la Residenza Turistica di Fiumicello, i cui gestori si sono dimostrati più che disponibili, mettendoci a disposizione, di buon grado, tutto ciò di cui avevamo necessità: dalla sala per le proiezioni, ad una completa autonomia di movimento.  La provincia di Forlì-Cesena ha fornito parte della strumentazione necessaria (2 cannocchiali Swarovsky AT80 HD, 1 cannocchiale Swarovsky CT 85, ciascuno dotato di stativo); la restante strumentazione è stata messa a disposizione dai soci ARiF. Il gruppo ha utilizzato un totale di 7 cannocchiali con ingrandimenti variabili (20-60) e 14 binocoli. Sono stati coperti 7 punti di osservazione, effettuando due sessioni mattutine di conteggio; sono inoltre state effettuate due sessioni serali di carattere didattico, su pochi punti di osservazione (sia per limitare il disturbo alla fauna, sia per esigenze logistiche e di spostamento). Le condizioni meteorologiche si sono rivelate ottimali dalla mattinata di sabato 28 Marzo ed hanno favorito il lavoro dei volontari e risultati più che soddisfacenti.

Considerazioni e organizzazione

 

La necessità di determinare con sufficiente accuratezza la percentuale di maschi adulti sul totale della popolazione, trova in questo periodo delle notevoli facilitazioni di carattere discriminativo, legate al ciclo biologico dei maschi della specie ed in particolare al ciclo dei palchi. Si verifica infatti a fine Marzo, per un periodo piuttosto limitato di tempo, la condizione che determina  

l’assenza di palchi nella quasi totalità dei maschi adulti (riproduttori), mentre permangono le caratteristiche discriminative della classe di sesso, legate ad alcuni connotati morfologici e alla colorazione del mantello. I maschi subadulti si presentano ancora con il palco in testa, rendendo in tal modo molto più semplice e immediata la loro classificazione. L’unico elemento di dubbio da fugare con l’osservazione accurata di tutte le caratteristiche morfologiche, resta quindi la possibilità di poter contattare qualche maschio adulto che non abbia ancora “gettato”. 

 

La determinazione di un maschio adulto prevede quindi tre possibilità (contemplate anche nella compilazione della scheda riportata in figura 4): maschio adulto coi palchi ancora in testa (MM ad. A); maschio adulto senza palchi (MM ad. B); maschio adulto con palchi in ricrescita (MM ad. C). 

Nella compilazione della scheda non si è tenuto conto della discrimazione delle femmine adulte dalle “sottili”, discriminazione che è possibile effettuare solo da parte di rilevatori molto esperti, con l’ulteriore complicazione rappresentata dalla presenza dei giovani dell’anno, ormai molto cresciuti.

Per ciascuna sessione, a ogni coppia di censitori, è stata consegnata la cartografia relativa al punto di osservazione assegnato, con evidenziate le aree da osservare di pertinenza del punto; è stata inoltre consegnata (a guisa di promemoria di verifica) una sorta di tabella con le immagini relative alle classi sociali della specie rilevabili nel periodo (figura 5)

Risultati

Le due sessioni di censimento sono state effettuate nelle mattinate del 28 e 29 marzo 2015 ed hanno determinato i risultati esposti in tabella 1. In tabella 2 sono stati valutati i dati complessivi, la densità sulla superfice censita e le percentuali di ciascuna classe sulla struttura di popolazione  

In tabella 3 i dati di struttura ricavati vengono messi a confronto con altri studi effettuati nelle stesse o in aree analoghe. Risultano molto simili i dati relativi alla percentuale di maschi adulti sul totale della popolazione (in leggero e costante aumento per i dati più recenti), mentre si osservano alcune variazioni più consistenti relative alle classi sociali di più ardua discriminazione (soprattutto per conteggi su percorsi, anziché da punti fissi); in questa categoria rientrano i fusoni e i piccoli: i primi spesso raggruppati nei branchi femminili, i secondi facendone necessariamente parte, entrambi non facili da individuare in branchi solitamente numerosi e variegati, caratterizzati da una elevata attività di sorveglianza. A prescindere da problematiche di discriminazione o di difficile contattabilità, sembra emergere una notevole stabilità dei maschi subadulti e una diminuzione del numero di piccoli; quest’ultimo dato sembrerebbe indicare una popolazione che ha ormai posto fine al consistente incremento numerico degli ultimi anni e si avvia a una stabilizzazione che prevede proprio una diminuzione delle classi giovani. Circa la quantità forse un po’ ridondante di femmine contattate, legata probabilmente alla citata difficoltà oggettiva nella discriminazione fra femmine e piccoli, occorre considerare che il fatto di operare a fine Marzo, se da un lato ci offre una grande facilitazione nella discriminazione dei maschi adulti, altrimenti più problematica, dall’altro lato presenta le difficoltà precedentemente descritte, relativamente a femmine e piccoli.  

Questo inconveniente potrebbe forse essere superato solo effettuando due conteggi in due distinti periodi annuali con finalità diverse.

Per analizzare (anche se in modo piuttosto empirico) il rapporto piccoli/femmine adulte, è necessario ipotizzare un numero di femmine sottili uguale a quello dei fusoni (21) e sottrarre questa entità al numero di femmine adulte (120); si ottiene in questo modo una stima di 99 femmine adulte che relazionate al numero di piccoli (46) indica un tasso di fertilità di 0,46, in leggera diminuzione rispetto a quanto rilevato nel 2014 (0,49) ma decisamente inferiore a quanto rilevato all’inizio degli anni 2000 da Sterna e Dream (dati riportati nella prima riga della tabella 3) in cui il tasso di natalità risultava essere 0,63; questo elemento indica una ulteriore conferma del progressivo stabilizzarsi della popolazione di cervo nei territori indagati.

 

Questo inconveniente potrebbe forse essere superato solo effettuando due conteggi in due distinti periodi annuali con finalità diverse.

Per analizzare (anche se in modo piuttosto empirico) il rapporto piccoli/femmine adulte, è necessario ipotizzare un numero di femmine sottili uguale a quello dei fusoni (21) e sottrarre questa entità al numero di femmine adulte (120); si ottiene in questo modo una stima di 99 femmine adulte che relazionate al numero di piccoli (46) indica un tasso di fertilità di 0,46, in leggera diminuzione rispetto a quanto rilevato nel 2014 (0,49) ma decisamente inferiore a quanto rilevato all’inizio degli anni 2000 da Sterna e Dream (dati riportati nella prima riga della tabella 3) in cui il tasso di natalità risultava essere 0,63; questo elemento indica una ulteriore conferma del progressivo stabilizzarsi della popolazione di cervo nei territori indagati.

 

Tentiamo anche alcune ulteriori valutazioni e considerazioni (relative ad esempio al diverso uso spaziale del territorio da parte delle varie classi sociali), da prendere con le dovute precauzioni, in virtù della scarsa quantità di dati ripetuti nel tempo con le medesime metodologie e sulle medesime aree campione; sono infatti solo due i campi-studio che ARiF ha programmato ed eseguito (2014 e 2015). Per ora ci limitiamo ad alcune considerazioni conseguenti alla valutazione  comparata della distribuzione spaziale delle classi sociali (figura 7) nella quale sono valutate le superfici monitorate da ciascun settore di osservazione, le cui aree aperte di pertinenza sono colorate in modo uniforme “accorpate da un ellisse di uguale colore che contiene al suo interno un grafico a torta rappresentante le percentuali di ciscuna classe sociale. Risultano tre aree frequentate in modo unisessuale:  una a presenza esclusivamente maschile (Pian di Rocchi, colorata di arancio), altre due ad utilizzo prevalentemente femminile (zone attorno a Corniolo, colorata di giallo e Sasso-Mandriolo colorata verde oliva).  Altre due aree (Poderone–Mandriacce colorata marrone e Pian di Visi-Valbiancana colorata di rosa) mostrano una netta prevalenza di maschi, mentre nelle restanti due aree Pian del Grado–Torni (verde) e Lavacchio-Monte Cavallo (blù) si registra una netta predominanza femminile. 

 

Il confronto fra i due anni circa la distribuzione spaziale (figura 8), mette in evidenza il diverso utilizzo fra i sessi, confermando, con alcune piccole variazioni, la diversa frequentazione delle zone da parte di maschi e femmine. Si nota una certa vicarianza fra due aree: Pian di Rocchi e Pian di Visi-Valbiancana; alla comparsa di femmine e giovani in un area, corrisponde la mancanza di rilevamento di quelle classi nell’altra area, in quell’anno. Occorre inoltre considerare come le variazioni risultino amplificare per le aree con ridotti rilevamenti numerici (come ad esempio Sasso-Mandriolo e Lavacchio) dove l rilevamento o meno anche di pochissimi maschi, determina la comparsa  scomparsa della categoria, in modo enfatizzato dalla grafica. Si conferma anche la localizzazione pressoché ubiquitaria di fusoni e subadulti e la maggiore segregazione spaziale dei maschi adulti

 

Conclusioni

 

L’impegno, l’entusiasmo e lo spirito di aggregazione mostrati dai partecipanti al campo, sono stati il miglior viatico per ottenere buoni risultati e per un’attuazione ottimale delle operazioni di conteggio; hanno inoltre consentito lo svolgimento di un campo positivo sotto tutti i punti di vista. Tutti i partecipanti hanno auspicato il ripetersi di esperienze formative come quella vissuta, dichiarando di averne tratto importanti insegnamenti sulla fauna locale, particolarmente sul cervo.

La disponibilità dei gestori della Residenza Turistica di Fiumicello ha fatto sì che l’importanza di disporre di strutture autogestite per attività del genere sia stata meno sentita.

ARiF ringrazia il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi per aver consentito lo svolgimento delle operazioni; la provincia di Forlì-Cesena per la collaborazione logistica, il Raggruppamento Guardie Ecologiche Volontarie di Cesena per aver messo a disposizione due validissimi operatori ed un loro automezzo, tutti i volontari che hanno partecipato offrendo disponibilità di tempo e mezzi, attenzione ed entusiasmo; si ringrazia in particolare Roberta Marchi autrice delle foto in figura 2, 3, 6 e 9.

Testo: Luciano Cicognani

Elaborazioni cartografiche: Franca Monti

Foto: Roberta Marchi, Giacomo Gaudenzi

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